Di fatto, rimangono aperte numerose domande.

  1. Perché la Xylella fastidiosa (Xf) è stata rilevata solo su alcuni degli ulivi con i sintomi del disseccamento?
  2. Perché –dati due terreni contigui– uno presenta piante disseccate e l’altro no? Perché gli alberi disseccano? Cosa indica la presenza di piante asintomatiche positive a Xf?
  3. Perché il ruolo degli altri patogeni, come dei fattori agronomici e ambientali, è stato trascurato?
  4. Perché non si prende in seria considerazione quanto la scienza indica da tempo, ovvero il legame fra povertà dei suoli trattati con prodotti chimici e la maggiore vulnerabilità delle piante ai patogeni e alle malattie (Altman e Campbell, 1977 ; Mekwatanakarn e Sivasithamparam, 1987 ; Drinkwater e altri, 1995 ) e, specificatamente, con erbicidi (Saes Zobiole e altri 2010 ; Yamada e altri, 2009 ) anche con riferimento alla Xf (Johal e Huber, 2009 )? https://www.sciencedirect.com/journal…
  5. Perché non si prendono in considerazione le esperienze di successo con riferimento al recupero della piena produttività delle piante (anche in presenza di Xf) conseguita attraverso l’eliminazione dell’erbicida e la fertilizzazione del terreno?
  6. Perché – a fronte, da un lato, della mancanza di esperienze di successo di eradicazione (come chiarito dall’EFSA nel 2013, https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/… , e nel 2015, https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/… ) e di ricerche note che indichino gli abbattimenti e i pesticidi come soluzioni risolutive e, dall’altro, dell’esistenza di sperimentazioni scientifiche ed empiriche di successo che mostrano ulivi dissecati (anche affetti da Xf) ritornare produttivi – si continua a sostenere piani di eradicazione del batterio piuttosto che di cura delle piante?
  7. Perché – a fronte dell’attestata da un lato, inefficacia dell’uso dei pesticidi (nel caso di infezione primaria o predominante) per il controllo del vettore e, dall’altro, dannosità per l’ambiente (con alterazione della catena alimentare), la salute animale e umana (EFSA, 2015) – il Decreto Ministeriale del 13 febbraio 2018 impone insetticidi (compresi quelli recentemente vietati dall’Unione Europea)?
  8. Perché si continua a utilizzare un approccio riduttivo e meccanicistico non curante degli effetti territoriali, trattando gli ulivi come se fossero oggetti fungibili in un contenitore e, dunque, astratti dal territorio, senza prendere nella dovuta considerazione le relazioni che li legano all’ambiente fisico e antropico?

Questi interrogativi meritano una risposta? Questi elementi sono degni di essere approfonditi?