IN ATTESA DI CORTESE RISPOSTA (DA QUASI DIECI ANNI)

Riportiamo alcune delle domandealle quali Regione Puglia e Osservatorio Fitosanitario non hanno mai voluto (o non sono stati in grado di) dare risposta.

ALL’ATTENZIONE DELLA REGIONE PUGLIA

Lo stato di emergenza in Italia, per legge, può durare al massimo due anni. Per Xylella quindi è terminato a febbraio 2016. Da 7 anni siamo dunque in uno stato di eccezione dove il diritto risulta di fatto sospeso.

Come è possibile che gli stessi Piani di emergenza possano essere reiterati attraverso Decreti Ministeriali che, pur essendo semplici atti amministrativi, di fatto sospendono la legge ordinaria a tutela degli ulivi, dell’ambiente e del paesaggio e dunque ogni vincolo normativo?

Il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta, dopo 1 anno di indagini, nel 2015 dichiarava alla stampa: “L’Unione europea è stata tratta in inganno da una falsa rappresentazione dell’emergenza Xylella fastidiosa, basata su dati impropri e sull’inesistenza di un reale nesso di casualità tra il batterio ed il disseccamento delle piante”. Come mai la regione Puglia non ne è ha mai tenuto conto?

“La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge”. (art. 42, cost. italiana). “Chiunque s’introduce nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi s’introduce clandestinamente o con l’inganno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni” (614 c.p.).

Le continue violazioni della proprietà privata, le intimidazioni e gli illeciti perpetuati da persone che senza presentarsi o identificarsi, senza mostrare autorizzazioni o permessi, si insinuano in terreni e abitazioni di privati cittadini, anche scavalcando recinzioni e cancelli, sono un reato denunciabile penalmente. Su che base gli agenti ARIF si rifiutano di mostrare i propri documenti ed il mandato ufficiale per entrare nelle proprietà private?

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ALL’ATTENZIONE DELL’OSSERVATORIO FITOSANITARIO REGIONE PUGLIA

Nel report dell’Osservatorio Fitosanitario Regione Puglia di gennaio 2022, “Osservazioni ed analisi di olivi infetti da Xylella fastidiosa sottoposti a 5 anni di trattamenti con protocollo Nuovolivo”, si legge che “l’applicazione delle ‘buone pratiche agronomiche’ appare determinante nell’assicurare un migliore rigoglio vegetativo nelle piante infette da X. fastidiosa, come si evince dal confronto tra le piante della prova sperimentale in oggetto (sia trattate che non trattate con NuovOlivo), rispetto alle piante completamente abbandonate degli oliveti circostanti”. Quindi se l’Osservatorio ammette che le buone pratiche agronomiche appaiono DETERMINANTI nel riportare le piante positive a Xylella in stato vegetativo, perché obbligare ad eradicare piante plurisecolari e millenarie invece di curarle?

Sia a Locorotondo (2020) che a Monopoli (2019), vi sono stati casi di ulivi risultati positivi a seguito delle analisi dell’Osservatorio, e destinati quindi all’eradicazione insieme ai 100 metri circostanti (stiamo parlando di circa tre ettari di vegetazione da abbattere), e poi però verificati negativi al batterio dallo stesso Osservatorio Fitosanitario ad una seconda analisi (effettuata grazie all’intervento della Procura di Bari che ha sequestrato le piante in questione).

Perché ai proprietari di ulivi e di altre piante trovate positive al batterio è impedita di fatto la possibilità di eseguire controanalisi in laboratori indipendenti?

Se “varietà tollerante” significa che, nonostante la pianta si infetti (e quindi sia infettiva), manifesta i sintomi in misura ridotta, perché, da un lato, si eradicano piante evidentemente tolleranti, verdi e produttive di varietà tradizionali e dall’altro si finanziano gli impianti di una varietà definita “tollerante” come il Leccino o della Favolosa, rispetto alle quali lo stesso Osservatorio Fitosanitario (nella dds del 13 luglio 2018, n. 591) ammette «che non si hanno ancora a disposizione dati riferiti al lungo periodo sia in tenuta della resistenza nel tempo e sia in termini di produttività»?

Secondo alcuni studi pubblicati nel 2016 in «EFSA supporting publication» dai componenti della task force tecnica attualmente al servizio della Regione Puglia, la varietà Coratina risulta la meno interessata dall’infezione del batterio, mentre il Leccino si infetta e manifesta i sintomi con frequenza maggiore. Quindi perché la Coratina è fra le varietà da abbattere nel raggio dei 50 metri mentre la Leccino – che è risultata meno tollerante – è ammessa e finanziata con risorse pubbliche?

Nel 2015 l’EFSA dichiarava: “Non ci sono esempi di successo di eradicazione di Xylella fastidiosa una volta che si è stabilita in pieno campo a causa della vasta gamma di ospiti del patogeno e dei suoi vettori” e ancora “l’eradicazione non è un’opzione di successo una volta che una malattia si è stabilita in un’area, come nel caso pugliese”, come mai in Puglia non se ne è mai tenuto conto?

Nella Relazione su xylella dell’Osservatorio Fitosanitario del 2015 si legge che «sono state avviate indagini di qualsiasi tipo spaziando su tutte le possibili cause che potessero interagire con il disseccamento delle piante verificando qualsiasi elemento agronomico, ambientale, naturale e inquinante presente nel territorio interessato» in seguito alle quali sarebbe stato «escluso qualsiasi forma inquinante del terreno e dell’ambiente» (2015, p. 3). Nondimeno, a oggi, non risultano essere stati resi noti gli studi e le analisi comprovanti la suddetta affermazione, né il periodo e i luoghi dove sarebbero state svolte. Potete indicarci dove trovarli o, comunque, rendere pubblici gli studi e le analisi alla base di questa affermazione?

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E ANCORA…

  1. Perché la Xylella fastidiosa (Xf) è stata rilevata solo su alcuni degli ulivi con i sintomi del disseccamento?
  2. Perché –dati due terreni contigui– uno presenta piante disseccate e l’altro no? Perché gli alberi disseccano? Cosa indica la presenza di piante asintomatiche positive a Xf?
  3. Perché il ruolo degli altri patogeni, come dei fattori agronomici e ambientali, è stato trascurato?
  4. Perché non si prende in seria considerazione quanto la scienza indica da tempo, ovvero il legame fra povertà dei suoli trattati con prodotti chimici e la maggiore vulnerabilità delle piante ai patogeni e alle malattie (Altman e Campbell, 1977 ; Mekwatanakarn e Sivasithamparam, 1987 ; Drinkwater e altri, 1995) e, specificatamente, con erbicidi (Saes Zobiole e altri 2010 ; Yamada e altri, 2009 ) anche con riferimento alla Xf (Johal e Huber, 2009 )? https://www.sciencedirect.com/journal…
  5. Perché non si prendono in considerazione le esperienze di successo con riferimento al recupero della piena produttività delle piante (anche in presenza di Xf) conseguita attraverso l’eliminazione dell’erbicida e la fertilizzazione del terreno?
  6. Perché – a fronte, da un lato, della mancanza di esperienze di successo di eradicazione (come chiarito dall’EFSA nel 2013, https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/… , e nel 2015, https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/… ) e di ricerche note che indichino gli abbattimenti e i pesticidi come soluzioni risolutive e, dall’altro, dell’esistenza di sperimentazioni scientifiche ed empiriche di successo che mostrano ulivi dissecati (anche affetti da Xf) ritornare produttivi – si continua a sostenere piani di eradicazione del batterio piuttosto che di cura delle piante?
  7. Perché – a fronte dell’attestata da un lato, inefficacia dell’uso dei pesticidi (nel caso di infezione primaria o predominante) per il controllo del vettore e, dall’altro, dannosità per l’ambiente (con alterazione della catena alimentare), la salute animale e umana (EFSA, 2015) – il Decreto Ministeriale del 13 febbraio 2018 impone insetticidi (compresi quelli recentemente vietati dall’Unione Europea)?
  8. Perché si continua a utilizzare un approccio riduttivo e meccanicistico non curante degli effetti territoriali, trattando gli ulivi come se fossero oggetti fungibili in un contenitore e, dunque, astratti dal territorio, senza prendere nella dovuta considerazione le relazioni che li legano all’ambiente fisico e antropico?

Questi interrogativi meritano una risposta?

Questi elementi sono degni di essere approfonditi?