PERCHE’ DEVE ESSERE XYLELLA?

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Per un momento, tralasciamo il disegno criminogeno, ben identificato dalla polizia giudiziaria, secondo cui la convenienza ad attribuire la causa del CoDIRO (complesso del disseccamento rapido dell’ulivo) ad un solo agente patogeno, il batterio “killer” Xylella, sta nella sua classificazione come “organismo da quarantena”, capace quindi di legittimare l’ecocidio in corso dell’abbattimento di piante sane o la loro devastazione a furia di innesti, oppure le dannosissime (secondo il ministero dell’ambiente) pratiche agricole di contrasto al suo presunto insetto vettore.

Chiediamoci invece perché, agricoltori e cittadini, di ogni grado di istruzione, alcuni anche di elevata intelligenza e cultura, pur non partecipi dell”affare Xylella” non solo sposano senza tema d’errore l’egregora del batterio killer, ma diventano di colpo leoni da tastiera e odiatori nei confronti di chiunque provi a mostrare una diversa verità. E questo indipendentemente da quante evidenze scientifiche e fattuali, facilmente verificabili da chiunque, vengano loro offerte.

La risposta sta nella natura umana, o meglio nella cultura dominante quest’epoca nei paesi detti sviluppati, e nella radicata paura “dell’aggressore” esterno, ovvero di qualche organismo invisibile capace di attaccare un essere vivente, fino a quel momento perfettamente sano, facendolo ammalare più o meno gravemente. Vale per gli umani e gli animali, le piante e interi ecosistemi. Una volta evocato il mostro killer, questo fondamento mentale, questa “forma pensiero” viene inconsciamente attivata, col corredo di terrore, adrenalina, disperata ricerca della soluzione ad ogni costo, incluso un possibile olocausto purificatore, per eradicare il killer. E guai a proporre cure lenitive, o forme di convivenza: scatta subito la qualifica emotiva di “untore” nei confronti di chi le avanza.

Ma non basta. Come sempre la spiegazione è più complessa e include altri fondamentali elementi. Uno attiene alla semplificazione concettuale del fenomeno del disseccamento degli ulivi: la prima definizione, complesso del disseccamento rapido dell’ulivo, lascia confuso qualsiasi interlocutore: quali e quante sono queste cause “complesse”? Come facciamo a capire, caso per caso, quali prevalgono? Come si può intervenire? Sono i quesiti che si ponevano agricoltori e cittadini, mentre scienza, politica e media pasticciavano in attesa di un unico colpevole. Proposto il quale tutto diventa chiaro, semplice, diretto e, paradossalmente, di sollievo. E sì, perché, e questo è l’ulteriore elemento che compone il monolite di pensiero sulla vicenda: dando la colpa al batterio killer, tutti vengono sollevati da una possibile responsabilità diretta o indiretta, che era percepita come possibile colpa; tranne chi ha introdotto questo mostro da qualche paese straniero.

Nessuna responsabilità dei singoli agricoltori, che nel CoDIRO potevano avere un ruolo con pratiche agricole errate e abuso di fitofarmaci; nessuna colpa delle case farmaceutiche con i loro veleni; nessuna colpa di scienza e professione agronomica, per non aver identificato nessuno dei fattori del “complesso” e non aver suggerito rimedi; nessuna colpa della politica, una volta che cause ambientali come inquinamento di acqua aria e suolo non c’entrano più (incluse le scie chimiche, arditamente paventate addirittura dalla Poli Bortone).

Quindi tutti concordi, tutti sollevati, tutti compatti “E’ XYLELLA” e basta! Il dogma religioso scientista è servito! Semmai vediamo come possiamo approfittarne per avere un pochino di soldi o fare cose che fino a ieri non erano consentite

E al rogo gli eretici!

Per questo, nonostante scienza agronomica, primi studi epidemiologici e evidenze manifeste, più che gli atti della PG, stanno generando l’epifania del fenomeno, la forma pensiero del batterio unico killer incurabile degli ulivi è così difficile da intaccare.

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