Il comitato Ulivivo invia una LETTERA APERTA alla Dott.ssa Maria Chiara Carrozza Presidente del CNR in occasione della celebrazione del centenario del CNR.
All’attenzione della Dott.ssa Maria Chiara Carrozza
Presidente del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche
OGGETTO: EMERGENZA XYLELLA: LA SCIENZA AL CENTRO DELLE SOLUZIONI – Incontro/dibattito organizzato in occasione del Centenario del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Gentile Dott.ssa Maria Chiara Carrozza,
le scriviamo nel merito delle iniziative di celebrazione del centenario del CNR e in particolare sull’iniziativa di Bari che verte un tema teatro di importanti conflitti e contestazioni, nonché oggetto di indagini di almeno due procure pugliesi: l’emergenza Xylella.
Ad alcuni potrà forse lasciar perplessi che a trattare l’argomento, con l’enfasi emergente anche del titolo dell’iniziativa – “la scienza al centro delle soluzioni” -, sia proprio quel pool di ricercatori la cui attività un procuratore aveva definito “sciatta” e che numerosi colleghi ricercatori considerano tutt’oggi alquanto distante dai canoni scientifici che si vorrebbero evocare come dirimenti la soluzione del disseccamento degli ulivi.
Così come alcuni possono essere sorpresi che all’incontro a trattare di una dichiarata epidemia e di un batterio, tra i relatori presenti non vi sia neanche un batteriologo (cosa che avviene oltretutto da anni e che riguarda la stessa task force della Regione Puglia) né tantomeno un epidemiologo.
Secondo noi invece il CNR ha fatto benissimo ad organizzare l’evento su questo tema e a chiamare sul palco proprio i contestatissimi ricercatori non batteriologi che attribuivano l’unica, sola ed assolutamente assodata causa del disseccamento al famigerato batterio, considerando quale insindacabile rimedio l’eradicazione di migliaia di ulivi o il drastico reinnesto, a seguito di capitozzatura, di piante anche millenarie, lasciando infine spazio a reimpianti di sole due specie (di cui una brevettata proprio dallo stesso CNR).
Del resto, essendo oramai numerosi i lavori peer reviewed, pubblicati su riviste scientifiche internazionali, che dimostrano come gli ulivi, in molti casi, siano curabili e riportabili a vegetazione produttiva, lavori che anche i contestati ricercatori citano in bibliografia nelle loro recenti pubblicazioni, ed essendo ancora più numerose ed evidenti le esperienze empiriche di ciò, è segno di grande spessore scientifico ed etico, da parte del CNR, affidare proprio a questi scienziati il compito di aggiornare lo stato delle conoscenze scientifiche sul tema, di fronte alle istituzioni e ai cittadini.
Essi avranno così modo di dimostrare che non vi è nessuna volontà di accreditare una apodittica verità scientifica esclusivamente al proprio lavoro; che le altre scoperte altrettanto scientifiche contribuiscono parimenti a definire un nuovo quadro strategico per affrontare la problematica con onestà intellettuale e senza secondi fini precostituiti; dimostrando, infine che, quando ipotesi differenti dalle proprie vengono avanzate a spiegazione di un fenomeno, non si tratta di esoteriche credenze, frutto di stregoneria e sciamanesimo, ma di una consolidata prassi insita nel metodo scientifico stesso.
Di fronte ad un nuovo ed ancora inspiegabile drammatico fenomeno, tutti si brancola inizialmente nel buio e si rischia di essere anche un po’ “sciatti”, l’importante però è mantenere sempre un’onesta attenzione alle evidenze, come quelle che, nel caso del disseccamento degli ulivi, emergono dai dati epidemiologici del monitoraggio ufficiale e da alcuni approfondimenti dello stesso Osservatorio Fitosanitario Regionale, da cui si evince il ruolo fondamentale delle buone pratiche agricole e di alcune cure nel fare la differenza fra piante che disseccano gravemente e piante che si riprendono, nonostante la Xylella.
Gli scienziati del CNR hanno la statura e l’autorevolezza per dirci tutto questo, e siamo certi che lo faranno, aprendo così la strada alla revisione della classificazione quale specie da quarantena almeno del ceppo “pauca” della Xylella fastidiosa e contribuendo così a salvare l’inestimabile patrimonio ulivicolo pugliese da ulteriori inutili e dannosissime eradicazioni.
In fede
Comitato UliVivo