Xylella: basta tagli! cisternino va controcorrente

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La strategia della regione Puglia per il contenimento del batterio xylella, imposta come unica soluzione, è una sorta di cura o terapia che sin dal 2013 si è dimostrata peggiore della sua più improbabile malattia.
Soprattutto perché strategia associata unicamente – al di là di ogni evidenza scientifica – a un batterio con il quale l’olivo ha dimostrato di poter convivere ottimamente in un ambiente sano, equilibrato, in presenza di biodiversità e delle più tradizionali e necessarie pratiche agronomiche collaudate da secoli di esperienza empirica, nonché protocolli di cura validati scientificamente.
Lo ha compreso bene la giunta amministrativa del comune di Cisternino guidata dal sindaco Lorenzo Perrini. Almeno stando a quanto dichiarato alla stampa con un comunicato diramato di recente, del quale ci riserviamo di leggerne i contenuti.
Di fatto i continui e recenti proclami dell’assessore regionale all’agricoltura Pentassuglia, secondo il quale la battaglia contro il batterio segna il successo della regione a fronte delle migliaia di piante secolari, millenarie e monumentali abbattute e ancora da abbattere proprio durante le festività natalizie, ha i colori del grottesco e dello scempio, del fallimento che si compie con una mira antiscientifica, lucida e volta a interessi diversi dalla tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo pugliese.
Dov’è il successo tanto decantato e propalato mediaticamente a tamburo battente dalla stampa, visto che si continua a eradicare e distruggere l’olivo e la proprietàprivata?
Con tutta evidenza, questa logica assurda, che si fonda sull’abuso e sulla violenza del potere, innanzitutto, non risponde a criteri:
– scientifici della cura e risoluzione di una malattia complessa, quando e dove si manifesti (non è certamente il caso delle aree di Ostuni, Cisternino, Fasano e più in generale della valle d’Itria e della piana degli Olivi Monumentali), che non si può ridurre a un solo fattore, pretestuoso e con tutta evidenza funzionale a obbiettivi che non eradicano il patogeno, come più volte evidenziato dagli organismi europei di consulenza scientifica come EFSA ed EPPO;
– che, in assenza di contro prove da parte dei proprietari che possano verificare presso laboratori indipendenti la reale presenza del batterio e in seguito a tale eventuale presenza stabilire l’eventuale nesso di causalità con una malattia che in queste aree è inesistente;
– che, sin dal 2013 hanno sortito come unico effetto la desertificazione dei territori, l’ulteriore avvelenamento in seguito al massiccio uso di pesticidi – imposto dalla Regione e dai governi – nella più totale assurdità logica e razionale; la perdita di valore agronomo ed economico delle aree colpite non tanto dal batterio (ammesso che questo sia realmente presente e che sia causa di una malattia che in Valle d’Itria e nella Piana dei monumentali non è presente), quanto a causa delle misure inefficaci e – queste si distruttive – messe in atto follemente dalla Regione Puglia;
– che questa perdita di valore dei territori sottopone gli stessi a ulteriore perdita di biodiversità e salute dell’ambiente; a erosione economica e reddituale dei proprietari interessati, dell’indotto e di conseguenza di tutto il territorio (specialmente in considerazione dell’affacciarsi della più massiva, violentae indotta svalutazione economia della storia indotta dai signori della finanza globale); alla più feroce speculazione da parte di soggetti economici e finanziari che fondano la loro ragion d’essere nella predazione delle terre per realizzare opere di cementificazione a scopi di l’ottizzazione edilizia ed energetica; al consecutivo spopolamento dei residenti soprattutto le fasce più giovani; alla progressiva erosione del sistema colturale e culturale del comparto olivicolo che cede sempre più il passo all’industria, alla massificazione e all’appiattimento della qualità della produzione olearia e della salute umana e dei territori.
Questi sarebbero i successi della regione Puglia, del suo Presidente Emiliano, dell’assessore Pentassuglia, dell’Osservatorio Fitosanitario Regionale, degli Istituti di ricerca che, evidentemente, sostengono, senza dati scientifici un piano di devastazione totale? A beneficio di chi? Non certo a beneficio del comparto olivicolo e dell’indotto economico.
A quali interessi rispondono dunque costoro?
 
 

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