In relazione a quanto previsto dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2020/1201 della Commissione europea del 14 agosto 2020 relativo alle misure per prevenire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa ed al “Piano di Azione di contrasto contro la Xylella” che la Regione intende approvare, il Comitato UliVivo, che segue le vicissitudini e le scelte compiute dalle istituzioni su questo tema, già dal 2013, in base agli studi compiuti, alle osservazioni ed alle pubblicazioni presenti in letteratura, ritiene che il batterio Xylella fastidiosa abbia tutt’al più un ruolo marginale nel disseccamento dell’olivo attribuibile, piuttosto, a motivi agronomici e fattori ambientali e, in particolare, alla cattiva gestione dei suoli e degli oliveti che hanno impoverito il terreno e reso le piante più vulnerabili ai patogeni.
Ci riferiamo nello specifico all’uso eccessivo e continuativo di erbicidi, fungicidi e altre sostanze tossico-nocive per gli insetti impollinatori e predatori, dunque, per la biodiversità, per le acque ed i pesci, e per la salute degli esseri umani; all’impoverimento del terreno di sostanza organica e di microorganismi; alla salinizzazione delle falde acquifere causata dal continuo e massiccio emungimento dell’acqua dai pozzi artesiani; alla riduzione o assenza delle buone pratiche agronomiche di cura del suolo e delle piante; alle capitozzature imposte o fortemente raccomandate (a seconda delle zone) dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia anche in periodi dell’anno in cui è fortemente sconsigliata la semplice potatura.
Questa cattiva gestione ha portato a un significativo indebolimento delle piante di olivo e ha favorito la diffusione di molti patogeni e parassiti. Molte sperimentazioni hanno dimostrato l’efficacia di diversi protocolli – di tipo sia scientifico sia empirico – che mirano soprattutto ad aumentare le difese della pianta, nella cura del disseccamento. La cattiva gestione degli oliveti, come causa, e tutte le evidenti dimostrazioni di cura, come soluzione, non sono state minimamente prese in considerazione da parte della Regione Puglia che, invece, insiste (da oltre 7 anni) nell’assurdo e disastroso piano “emergenziale” attuato finora.
Assurdo perché, come noto, l’EFSA chiariva già nel rapporto del 2015, che: l’eradicazione “non è un’opzione di successo” una volta che una malattia si è stabilita in un’area come “nel caso pugliese”; l’uso degli insetticidi, lungi da produrre l’eradicazione dei vettori autoctoni, se applicato su larga scala (come in questo caso) potrebbe indurre problemi di resistenze (e quindi aumentare, in modo considerevole, le popolazioni e la diffusione di diversi insetti dannosi per le colture), oltre che all’ambiente alla salute umana.
Disastroso perché queste misure comportano il danneggiamento irreversibile della biodiversità, degli equilibri ecosistemici e del paesaggio, e dell’economia locale a questi connessa. Chiediamo, in base alla palese inefficacia delle misure finora messe in atto, il riesame generale di tutto il piano di contrasto a Xylella con: blocco immediato di tutti gli abbattimenti delle piante di olivo; stop all’obbligo di qualunque trattamento insetticida; blocco dei finanziamenti per il sostegno ai reimpianti di Leccino e Favolosa definiti dal Ministero dell’Ambiente “sussidi ambientalmente dannosi” (SAD), in quanto incentivano “un reimpianto con piante tolleranti al batterio che favorisce una riduzione di diversità di specie esponendo le stesse a nuove epidemie in futuro”; rideterminazione dell’impiego delle somme oggetto dei suddetti finanziamenti a favore delle attività/protocolli/ecc. di cura del disseccamento con particolare riguardo al ripristino delle funzioni vitali del suolo e al recupero degli ulivi secolari disseccati; revoca degli incarichi alla rete di laboratori SELGE (per evidenti conflitti di interesse, in regime di monopolio); eliminazione del ceppo CODIRO di Xylella fastidiosa dalla lista dei patogeni da quarantena».
I firmatari sono: Comitato Ulivivo; Cosate Valle d’Itria; F.l.a.i.c.a. – CUB Coordinamento regionale Puglia Terra d’Egnazia APS; Fondazione di partecipazione delle buone pratiche; Comitato “per la Tutela delle Coste Monopoli”; Comitato “per la Tutela del Territorio Area Metropolitana di Bari”; APS Masseria dei Monelli /Ortocircuito; Azienda agricola biologica Giulia Costanza Colucci “Fatafarina”; ConsumAttori; Associazione Regen; ETS Rete legalità per il Clima; Movimento No TAP/SNAM della provincia di Brindisi; Redazione di emergenzaclimatica.it.